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Raffaele Santillo – FRAGILE, NEVERTHELESS – KOBO SHOP Udine
Maggio 29, 2021 h 16:00 - Luglio 3, 2021 h 19:00
Raffaele Santillo
FRAGILE, NEVERTHELESS
29.05 | 03.07.2021
a cura di / curated by Stefano Monti
#NOPARTY #STAYSAFE
visita su appuntamento/private view by appointament
SMDOT/Contemporary Art
c/o KOBO SHOP via Palladio,7 33100 Udine (IT)
orari: dal martedì al sabato 10 – 13.00 | 16.00 – 19.00
mail: me@smdot.net web: smdot.net
Fragile e antifragile
Questo testo dovrebbe avere l’obiettivo di introdurre ed accompagnare, la prima mostra
personale di Raffaele Santillo intitolata “FRAGILE, NEVERTHELESS” presso la galleria
SMDOT/Contemporary Art, nella città di Udine, ma, la cosa, forse, è leggermente più
complessa.
C’è sempre una semplificazione e un atto di presunzione nel momento in cui un soggetto,
precede un processo, con lo scopo di anticiparne il percorso, tuttavia (nevertheless), vale
la pena tentare una suggestione e pensare a questo testo non come una introduzione, ma
come una prefazione, come un punto di partenza.
Fragile è il punto di partenza scelto, ispirato, dai lavori di Raffaele.
La parola fragile, che viene scritta nello stesso modo, in francese, italiano e in inglese,
acquistando un suono diverso nella pronuncia, indica, nel suo significato principale,
debolezza, poca resistenza, avvertimento ad usare cautela. Quest’ultimo significato è
quello che con grande delicatezza ci suggeriscono le opere di Raffaele Santillo.
I singoli lavori in mostra diventano dispositivi capaci di rappresentare e farci immaginare la
complessità partendo da qualcosa di apparentemente delicato, debole, esposto a rischi,
“fuori fuoco”, non solo annunciando resilienza e resistenza, ma dandoci un’altra possibilità.
La resilienza e la resistenza, dice Nassim Nicholas Taleb, nel suo libro “Antifragile.
Prosperare nel disordine”, sono comunque sistemi, “luoghi”, fragili con qualcosa in più,
finalizzato ad un aumento della robustezza che può solo spostare nel tempo il punto di
rottura. Un sistema antifragile, invece, subisce l’evento traumatico, lo fa proprio, e lo
sfrutta per migliorare. Si adatta, apporta dei cambiamenti e si evolve, in quanto sistema e
non come singolo. Le opere di Raffaele occupano lo spazio intermedio tra fragile e
antifrangile, lo spazio della sensazione e dell’elaborazione di un nuovo pensiero, di un
nuovo agire.
“Giardino inglese 1 e 2” sono due tele dipinte ad olio di piccole dimensioni, dove natura e
figure si scambiano, le figure sono in primo piano, ma non lasciano dietro il giardino, la
natura, lo condividono e le figure “senza sguardo” ci invitano a condividere questo luogo,
un luogo intenso, tra memoria e futuro, la pennellata è decisa e profonda come in
“Sentiero” e “Grande Fontana”, due lavori di medie dimensioni, il primo su tela, il secondo
su carta. La fermata dopo una passeggiata “attraverso” la montagna di un uomo e una
donna, rivolti verso lo spettatore, per riposare o scambiare qualche informazione si
trasforma in un incanto di un adulto e un bambino, di spalle, davanti ad una grande
fontana, simbolo di qualcosa che sempre rinasce, sono entrambi figurazioni di memorie
individuali, fermo immagini di sensazioni differenti, ma nello stesso tempo unite all’interno
di un tempo intimo e collettivo.
“Solido con germogli e “Linea di costruzione”, rispettivamente un piccolo acrilico su carta e
una tela di medio/grandi dimensioni realizzata con una tecnica mista, a prima vista, sono
le uniche opere senza figure, ma la loro assenza è delicatamente presente. I piccoli
germogli, fragili e tenaci, nel loro stare non sempre in luoghi sicuri e la rappresentazione di
un piccolo spazio vuoto intimo sono soglie minime di una nuova umanità coabitata.
“Teatro romano”, il frammento di un video di famiglia diventa una grande tela realizzata
con una tecnica mista, colori caldi, chiari, luminosi. Un bambino corre verso la complessità
del suo futuro accompagnato dalla speranza e dalla fiducia. “La panchina verde” e “Solito
giro” due piccoli lavori a olio, il primo su tela, il secondo su tavola, invitano alla sosta, alla
riflessione, a un tempo lento, all’attenzione ai piccoli gesti, alle abitudini. Una donna siede
sulla panchina e guarda il suo cane, una coppia si ferma, quasi in posa per un ritratto
dopo la consueta passeggiata in bicicletta. Un’intensa e delicata rappresentazione,
dell’azione che si ripete, del tempo utilizzato per essere e non solo per funzionare.
“Fragile”, una grande tela realizzata con una tecnica mista, è l’opera che ha ispirato
oppure si è fatta ispirare dalla mostra. Pochi colori, poca pittura, due figure rappresentate
in una posizione strana, atipica.
Portano in testa una sedia. Una sedia seduta. Un capovolgimento del punto di vista. Un
invito, sempre garbato, delicato, a non accomodarsi, non occupare un posto da
osservatore esterno, ma quello di stare in piedi, insieme, immersi, coesistenti. Consapevoli
della fragilità, che ci tiene vigili, tuttavia ci permette di esistere e di evolverci.
Stefano Monti
Raffaele Santillo_ 1966, Italia.
Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di S. Leucio ed il corso di laurea in Architettura
presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli. La sua pratica pittorica si sviluppa a
partire dalla memoria, da immagini e situazioni del passato. I suoi lavori, innervati da un
segno pittorico sintetico e pregnante, sono caratterizzati da una figurazione appena
accennata e dalla presenza di un colore prevalente liquido, capace di delineare situazioni
inattese e misteriose, con atmosfere di particolare carica emotiva. Vive e lavora a
Pordenone.