LC_DDS (LIVIO CARUSO) nasce a Roma nel 1957, vive a Gorizia dal 1981. Nel 1971 si iscrive all’Ist. d’Arte di Rieti. Nel 1972-1973 frequenta il M° Lin Delija ad Antrodoco (RI) e a Rieti lo scultore M° Italo Crisostomi. Nel 1974 consegue il diploma di Maestro d’arte della ceramica. Frequenta gli ambienti legati all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1976, presso l’Ist. d’Arte di Orvieto ottiene il diploma d’Arte Applicata. Nel 1977 si trasferisce in FVG. Dal 1981 lavora nell’ambito dei servizi per la disabilità e la psichiatria a Gorizia. Dal 2006 al 2021 lavora nel MiBAC, in Biblioteca statale isontina, collabora alla gestione della Galleria d’Arte “Mario Di Iorio”, diretta da Marco Menato. Ha ideato, curato e coordinato mostre anche a carattere nazionale, curando direttamente i relativi Cataloghi. Attualmente collabora con l’Associazione “Lin Delija” di Antrodoco (RI) e l’Associazione “Prologo” di Gorizia. Espone dal 1974, con mostre personali e collettive, sia nazionali che internazionali. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche.
2012 – Nota critica di Alice Ginaldi
Così come il suo autore, questa pittura è variabile nello spazio del dipinto e nel tempo della sua esistenza, tanto da rifuggire ad una stabile identità per rivelarsi solamente nel trascorrere di una vera e propria metamorfosi. Livio Caruso trasgredisce questo senso di appartenenza ad un’identità perché crede nel fluire costante della vita e delle impressioni. Il suo lavoro esiste innanzitutto per sé stesso, come esorcismo dalla morte e come accanimento terapeutico in grado di estrarre ed ordinare pensieri, paure, passioni. Forse più di altre volte ci troviamo di fronte ad una pittura intima, tutt’altro che esteriorizzata, anzi letteralmente viscerale.
2012 – Contributo del pittore Marino Sponza
Livio Caruso espone opere nate nell’osservazione di labirinti emozionali. L’artista, ricomponendo la figura umana con elementi eterogenei trae gli aspetti dominanti per proporli come punto di riflessione. La composizione degli elementi è costruita in modo stabile tale da rendere vincolante la sussistenza emotiva del vivente con il vivibile. Ma l’opera assemblata non è un’esaltazione fisica della materia, si pone invece come presa di conoscenza in cui il tutto non è scindibile nei singoli elementi. Le figure rappresentate sono viste come possibili variabili del convincimento in un’appartenenza che ammette tutte le connotazioni.
2014 – Nota critica di Elisa Plesnicar
Livio Caruso dipinge l’irreversibile sovvertendo tuttavia la legge propria dell’irreversibilità – che vede lo svolgersi di una trasformazione da uno stato di equilibrio a un altro – raffigurando una temeraria dissonanza della forma. L’artista sviluppa un processo di non ritorno che conduce alla deformazione di ciò che definisce sembianza, volutamente privata di quella lievità che nel comune pensiero è inseparabile compagna dell’apparenza. Febbrile nella sua precarietà essa muta, inconsapevole di quale sarà il suo nuovo aspetto.
Marianna Accerboni, pagina “Cultura” de “Il Piccolo” e sulla versione on-line il 1° febbraio 2019, “Rivivono le perdute cose dell’artista anonimo che indaga le assenze”.
https://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2019/01/31/news/rivivono-le-perdute-cose-dell-artista-anonimo-che-indaga-le-assenze-1.17711016
Livio Caruso – LC_DDS
Email: liviocaruso18@gmail.com
Smartphone: 335 5708 579
Sito web: https://lc-dds.wixsite.com/lc-dds
Facebook: https://www.facebook.com/ElleCiDiDiEsse (Elle Ci – Dandini de Sylva)
Istagram: https://www.instagram.com/liviocaruso18/ (Elle Ci – @liviocaruso18)
Presenza in altri siti web:
https://www.isontina.beniculturali.it/it/237/eventi
http://www.bsiarte.beniculturali.it/
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