Paolo Figar

Paolo Figar è nato a Gorizia nel gennaio del 1968.
Ha compiuto i suoi studi prima all’ Istituto statale d’ Arte della sua città e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si è diplomato nel 1992.
Scultore, pittore e incisore calcografico, è tra i fondatori del gruppo di azioni artistiche “Antemoliti” attivo in Friuli negli anni novanta, per cinque anni è nel consiglio direttivo del Centro Friulano Arti Plastiche di Udine (da cui esce nel 2002), è socio fondatore dell’associazione culturale Prologo nata a Gorizia nel 2005 membro del direttivo fino al 2013.

Tra le mostre personali recenti ricordiamo :
per il ciclo al fine lo spirito fa quello che vuole nella sede dell’associazione prologo dicembre 2015,
nella Polveriera Napoleonica di Palmanova novembre 2012, nella primavera 2007 all’Abbazia di Sesto al Reghena, al padiglione HIT di Nova-Gorica in Slovenia nellinverno 2005/2006, la mostra su dieci anni di lavoro “Paolo Figar opere 1995/2005” alla Galleria Saggitaria di Poprdenone nel ottobre/novembre 2005.

Ha partecipato su invito ad una ventina di simposi internazionali di scultura in Italia e all’estero.

Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche, tra quest’ ultime ricordiamo quelle della Galleria Saggitaria di Pordenone, della banca FriulAdria Credit Agricole a Pordenone, della biblioteca di Pordenone e della biblioteca statale di Gorizia, del museo di Arte moderna di Pordenone, del teatro Verdi di Pordenone, nell’Abbazia di Sesto al Reghena, nel museo della ceramica ad Olomouc in Repubblica Ceca.
Opera anche su commissione per privati e istituzioni, il suo studio si trova a Gorizia ed é visitabile previo appuntamento.
opere visibili su Facebook alle pagine pubbliche:
https://www.facebook.com/figarstudioscultura
https://www.facebook.com/architettoastronomo

 .

Svolge una ricerca sulla figura con riferimenti alle avanguardie del novecento e alla trasavanguardia europea, nel suo lavoro sono presenti anche riferimenti alle espressioni di forma primaria delle civiltà antiche e della figurazione medioevale europea.

“Mi interessa la figura, la sua espressività. Nei miei lavori compio un viaggio verso essa. Prediligo la tecnica della scultura diretta, con un approccio visionario che viene sviluppato anche nei disegni e nelle pitture.
I miei modelli sono sulle facciate delle cattedrali gotiche e medioevali europee, nelle sculture di Ernst Barlach, fino ai nuovi espressionisti da Giuliano Vangi a Katsura Funakoshi.

Preferisco il legno dipinto, ma opero anche in marmo e bronzo. Il disegno e la pittura sono il fiume in cui amo pescare.”

Paolo Figar

…Una grande atmosfera temporale percorre la scultura di Paolo Figar, mettendola in evidenza come per focalizzare lo spessore di un ideale rivisitato, d’una grazia e d’una finezza tutta immaginata e cercata. Una grande atmosfera temporale in quanto Figar riesce a rapportare il presente al passato e viceversa, in modo da esaltare “la mirabile semplicità e la quieta grandezza.”
La sua scultura, così, appare sotto un giusto respiro in cui sembra aver assimilato in profondità gli stimoli e le tecniche di un nuovo classicismo.
Con intelligenza e sensibilità, sfuggendo alle logiche sradicanti dell’arte “concettuale”, della “provocazione” come idea fondante che nel secondo Novecento ha contaminato l’arte contemporanea, insiste sullo studio della “forma”, riproponendo plasticamente figure le cui rappresentazioni affondano nel mito, nella bellezza eternata, ritrovando nuove stagioni, nuove occasioni, nuove sollecitazioni. La classicità vissuta biologicamente, in fondo, è la vera risposta a livello esistenziale, ed è anche interpretazione di riflessioni rassicuranti, conciliazione di una bellezza naturale e ideale.
Figar, come si diceva, affonda lo sguardo nella grande scuola del mondo, in quella storia che è memoria e stratificazione delle sensibilità, riproponendo opere e temi di grande disciplina che si avvolgono di umana emozione, di ricerca sul vero, ed anche di misteriose azioni di ricerche estetiche.
Nell’approccio tematico, Paolo Figar agisce con una forte e autonoma caratterizzazione, colloquiando autorevolmente con le presenze storiche dell’arte contemporanea con le quali stabilisce precisi dialoghi culturali e confronti sul piano dialettico, come dato antropologico e quindi aperti allo scambio emozionale.
In questa prospettiva, l’artista riafferma il ritorno all’evocativa forza visuale della scultura per evidenziare un’espressività ritrovata, nell’era della tecnologia via Rete…

Pino Bonanno 2012
(testo del catalogo della personale alla Polveriera Napoleonica)

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